- Man muss noch Chaos in sich haben, um einen tanzenden Stern gebären zu können.
Also sprach Zarathustra-F.Nietzsche-

giovedì 3 maggio 2012

Femminicidio

Il dibattito sul Femminicidio in Italia ha un qualcosa di particolare e autoctono  che come al solito ci  contraddistingue rispetto ad altri dibattiti europei. In Italia, quando capitano le tragedie e`inevitabile sfuggire alla logica di giudizio medievale tra bene/male, brave ragazze/cattive ragazze, vite apparentemente rispettabili/ squallidi retroscena impensati, purezza/depravazione, roma/lazio, duce/stalin ecc. 
E ci si schiera come allo stadio olimpico, complice talvolta una Stampa fatta da persone disattente e ignoranti. E`sempre facile essere pro o contro, aderire a questo e quel movimento e riconoscersi in qualche simbolo. Una cosa molto piu`complicata  invece  e`farsi  delle domande accurate sul processo e  sui fenomeni da cui e`scaturito un evento e intravedere una continuita`logica tra un fenomeno x e la cultura che lo genera. Strabuzziamo gli occhi a guardare le cifre dei delitti contro le donne, tanto da scendere in piazza e gridare. In Italia ci  stupiamo sempre dai dati statistici e  dimenticando tutto il resto che gli gira intorno.
Questa specie di dissociazione tra realta`e fatti, mi ricorda un bellissimo sketch napoletano, che ogni tanto mi torna in mente quando penso ai mali dell´Italia e agli italiani lamentarsi delle cose che non vanno. Siamo immersi nella sindrome di Pasquale,che´tanto basta cambiare il nome alle cose per non sentire le mazzate!
Gridare in piazza o manifestare contro il femminicidio con slogan come "stop alla violenza" mi sembrano atteggiamenti acritici che non portano a nessuna parte ( nel nostro paese, non in paesi totalitari dove il potere delle donne e`pari allo 0,001% e dove vengono uccise a prescindere).
Gli uomini che ammazzano le donne, sono uomini educati da donne, e l´Italia nonostante gli stereotipi sul machismo e il maschilismo e` un paese profondamente, tragicamente matriarcale dove l´educazione del fanciullo e`affidata quasi ed esclusivamente alle donne, se non alle zie o alle nonne ( rispetto per esempio al Nordeuropa ).
Ora mi rendo conto che e`piu`conveniente parlare delle donne come vittime o come oggetti, togliendo loro ogni facolta`di discernimento e rendendole preda del maschio cattivo ma tutto cio`e`politicamente sbagliato e mistificatorio e non serve a percepire le incredibili e caleidoscopiche nuances di marrone merda nelle quali sprofonda quotidianamente l´immagine della donna in Italia. ( sono perfettamente d´accordo con Bordone) Tanto per cominciare la pubblicita` di cui sopra.
Non e`una donna nuda, non e`una fica a gambe aperte, magari!  E` il diopatriafamigliasoldi  ma normalizzato e tranquillizzato,  da una sposina che e`impegnata nel romanticissimo calcolo per far sgravare  il figlio a tempo debito e incassare 1000 euro.Messaggi come questi non inquietano certo in una cultura dove la donna (anche se ha 8 PhD) se non si sposa o fa figli non si sente libera e realizzata.La farfalla di Belen si invece si`, perche´ ( a detta della Zanardo) provocherebbe il turbamento delle seratate casalinghe in famiglia del  maschio italiano.
Credo che alle violenze  contro le donne dalla Genesi fino al 2012 ci si arrivi necessariamente passando per questa pubblicita`.













  

1 commento:

  1. sono d'accordissimo!
    Non ne potevo più di leggere solo dei piagnistei.

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