- Man muss noch Chaos in sich haben, um einen tanzenden Stern gebären zu können.
Also sprach Zarathustra-F.Nietzsche-

giovedì 10 maggio 2012

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In Italia non si parla piu`di Aids ne´di malattie sessualmente trasmissibili. Ci avete fatto caso?
 Mentre tra fine anni 80 e buona parte degli anni 90 ci avevano giustamente spaccato i maroni, e non si faceva che parlare di Aids ora l´urgenza di informare sull´uso imprescindibile del preservativo ha ceduto il passo all´omerta` mediatica  gradita alla chiesa e alle destre. 
Anche in Germania  c´e`una nutrita schiera di  ultracattolici, a cui questi argomenti  risultano sgraditi, ma quando si tratta di comunicare qualcosa alla societa`civile lo si fa e zitti.
 La societa` e`laica, i cittadini sono portatori di diritti e doveri ed e`bene che siano sani per poter continuare ad esercitarli senza far collassare il welfare. Punto. Benedetto XVI pazienza! 
Ecco la  campagna  di prevenzione ideata dal BZGV (Bundeszentrale für die gesundliche Aufkläreung) i cui manifesti di 2 x 4 metri campeggiano sui muri di Berlino. La parola gesundliche Aufklärung , che in italiano suona come Informazione sulla salute,  ha in tedesco tutto un altro sapore. Infatti  Aufklärung e`un termine`mutuato da quel famoso movimento di parrucconi  che nel 1700 in Europa ha tentato di sradicare la superstizione a favore della ragione combattendo l´ignoranza. Nel sito della campagna ci sono  diverse sezioni tecniche che appunto "illuminano" sul mondo delle malattie sessualmente trasmissibili e sulla sessualita`in genere,  e  ricordandoti che il sesso e`bello,  quindi bisogna proteggersi.

L´iniziativa prevede inoltre una partecipazione diretta del pubblico, si puo`mandare la propria foto completando il  motto " Ich will es....." con un messaggio personale e loro te la pubblicano.
Geniale no?
Il risultato e` molto originale e fuori dagli schemi tradizionali. 
Un giovane scafatissimo in posa hip-hop, vi dice piu´o meno: " Mi sono deciso a farlo, finalmente"e la risposta al messaggio sotto e`: " fallo!, ma fallo con...". Questo e`lo slogan fisso della campagna.

 Ancora, una signora di terza eta`, forse vostra nonna  vi dice piu´o meno: " Voglio farlo in tutte le varianti del kamasutra"( Lustvoll ,che a pronunciarlo non sembra, significa pero` pieno di voglia).
Un ragazzo  in posa s.sebastiano di Guido Reni inequivocabilmente omo vi dice " Voglio farlo, ma al rovescio" . Andersrum e`quando ti infili una maglietta al contrario per capirci.

Questo macho tatuato e muscoloso dallo sguardo sicuro sicuro di se´ invece vi dice " voglio farlo dolcemente".

Geniali, semplicemente bravissimi! Sono le persone che si identificano col messaggio non viceversa.Cosi`si arriva alla gente, cosi`circola il senso di civilta`.

p.s= a proposito, ve la immaginate una pubblicita`cosi`in Italia?

Igiene relazionale ed economia di mercato

" scusi ha per caso dell´acqua"
" No mi dispiace, non la possiamo vendere.E`solo per i soci del club"
" Ah no...perche´sa, noi abbiamo camminato molto e nel bosco non c´e`niente, non sa per caso dov´e`un bar"?
" No, non saprei ma noi, mi dispiace, non possiamo vendere bevande"
" uhm...che sete!," ( rivolta al mio ragazzo) " che facciamo"?
" Mi dispiace non possiamo proprio vendere bibite, sono solo per i soci".
" Scusi ce ne regala una allora?Abbiamo sete" ( il mio ragazzo ride di stomaco sapendo gia`come va a finire)

L´espressione della donna che ripeteva ossessivamente la frase " wir dürfen leider keine Getränke verkaufen" mi ha un po´ricordato la scena del film, La grande guerra, il dialogo tra Sordi e l´ufficiale tedesco ottuso che vuole farsi prigioniero per forza.
Ad ogni modo la sua espressione era quella tipica di chi malauguratamente scopre di avere le ragadi e gli rimane un verso tra il disgustato e l´imbarazzato.




giovedì 3 maggio 2012

Femminicidio

Il dibattito sul Femminicidio in Italia ha un qualcosa di particolare e autoctono  che come al solito ci  contraddistingue rispetto ad altri dibattiti europei. In Italia, quando capitano le tragedie e`inevitabile sfuggire alla logica di giudizio medievale tra bene/male, brave ragazze/cattive ragazze, vite apparentemente rispettabili/ squallidi retroscena impensati, purezza/depravazione, roma/lazio, duce/stalin ecc. 
E ci si schiera come allo stadio olimpico, complice talvolta una Stampa fatta da persone disattente e ignoranti. E`sempre facile essere pro o contro, aderire a questo e quel movimento e riconoscersi in qualche simbolo. Una cosa molto piu`complicata  invece  e`farsi  delle domande accurate sul processo e  sui fenomeni da cui e`scaturito un evento e intravedere una continuita`logica tra un fenomeno x e la cultura che lo genera. Strabuzziamo gli occhi a guardare le cifre dei delitti contro le donne, tanto da scendere in piazza e gridare. In Italia ci  stupiamo sempre dai dati statistici e  dimenticando tutto il resto che gli gira intorno.
Questa specie di dissociazione tra realta`e fatti, mi ricorda un bellissimo sketch napoletano, che ogni tanto mi torna in mente quando penso ai mali dell´Italia e agli italiani lamentarsi delle cose che non vanno. Siamo immersi nella sindrome di Pasquale,che´tanto basta cambiare il nome alle cose per non sentire le mazzate!
Gridare in piazza o manifestare contro il femminicidio con slogan come "stop alla violenza" mi sembrano atteggiamenti acritici che non portano a nessuna parte ( nel nostro paese, non in paesi totalitari dove il potere delle donne e`pari allo 0,001% e dove vengono uccise a prescindere).
Gli uomini che ammazzano le donne, sono uomini educati da donne, e l´Italia nonostante gli stereotipi sul machismo e il maschilismo e` un paese profondamente, tragicamente matriarcale dove l´educazione del fanciullo e`affidata quasi ed esclusivamente alle donne, se non alle zie o alle nonne ( rispetto per esempio al Nordeuropa ).
Ora mi rendo conto che e`piu`conveniente parlare delle donne come vittime o come oggetti, togliendo loro ogni facolta`di discernimento e rendendole preda del maschio cattivo ma tutto cio`e`politicamente sbagliato e mistificatorio e non serve a percepire le incredibili e caleidoscopiche nuances di marrone merda nelle quali sprofonda quotidianamente l´immagine della donna in Italia. ( sono perfettamente d´accordo con Bordone) Tanto per cominciare la pubblicita` di cui sopra.
Non e`una donna nuda, non e`una fica a gambe aperte, magari!  E` il diopatriafamigliasoldi  ma normalizzato e tranquillizzato,  da una sposina che e`impegnata nel romanticissimo calcolo per far sgravare  il figlio a tempo debito e incassare 1000 euro.Messaggi come questi non inquietano certo in una cultura dove la donna (anche se ha 8 PhD) se non si sposa o fa figli non si sente libera e realizzata.La farfalla di Belen si invece si`, perche´ ( a detta della Zanardo) provocherebbe il turbamento delle seratate casalinghe in famiglia del  maschio italiano.
Credo che alle violenze  contro le donne dalla Genesi fino al 2012 ci si arrivi necessariamente passando per questa pubblicita`.