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Jan-Henrik M.Scheper Stuke (in Hachesche Höfe) |
Ieri dopo il lavoro, avendo tutto il pomeriggio libero ho deciso di andare a fare delle compere. Premetto che non sono ascrivibile alla categoria
fashion victim, principalmente per un fattore economico,non guadagno abbastanza, secondariamente direi per una mancanza di dedizione e costanza nella cura della mia immagine.Anche in altri aspetti della mia vita, ho sempre focalizzato piu´sul particolare che sulla forma generale, quindi capace che se esce l´occhiale bellissimo di Armani e mi innamoro, lo compro in un nanosecondo in barba alle forche caudine dei miei sensi di colpa, e dell´
Oculata wanna-be che si nasconde in me, retaggio della generazione dei nonni.
Non sono e non saro`mai faschion victim anche per pigrizia,perche´ci vuole troppo tempo per essere sempre a puntino, e vestirsi in maniera ricercata facendo attenzione a non accoppiare maldestramente i colori. Consapevole dei miei limiti nel seguire assiduamente l´ultimo grido modaiolo, e delle difficolta`a fare l´acquisto giusto ieri mi ero prefissa 3 cose fondamentali da comprare.
Mi servivano un paio di scarpe comode da
outdoor-walking in gore-tex, una crema antirughe per gli occhi,e un correttore per le occhiaie in grado di coprire le notti alcoliche o in bianco ed essere presentabile al lavoro.
Da Spandau ho preso il regionale e sono scesa allo
Zoo,in direzione
Kartstadt il tempio pagano dello Shopping per la classe media, alla quale (suvvia...)penso di appartenere, e`una specie di
Rinascente, ma molto piu´fornita ed elegante.L´altra alternativa sarebbe stata il decisamente piu´
upper-class KaDeWe, ovvero
60,000 mq percorribili, in cui si snodano i veri rituali della buona medio-alta borghesia berlinese, che vanno dalla degustazione del prosecco di benvenuto alle 10.00 di mattina e, dopo un intenso pomeriggio di acquisti , continuano fino all´ ascesa al 6 piano enogastronomico, dove si rischia "
il rapimento mistico e sensuale"
Li`trovai per la prima volta i suppli`e i fiori di zucca fritti e mi commossi come una bambina.
Quando sono triste, o quando il cielo berlinese ottunde l´animo con la sua asfittica e dionisiaca profusione di grigio, sono poche le cose che mi tirano fuori dalla depressione.Una e`trovarmi in ottima compagnia a fare l´amore, l´altra e`andare al 6 piano al reparto del pesce e ordinare un piatto di ostriche e un prosecco.
Il sapore delle ostriche crude, che scivolano vive giu´per la gola , rappresentano per me una
madelaine,che mi riporta direttamente alle estati torride delle vacanze estive nel mare delle Puglie e a un tempo che scorreva lentissimo,cosi´diverso dai ritmi che ho assunto a Berlino 20 anni dopo.Meglio non pensarci va.
Una volta giunta da Kartsadt
,ho cercato per prima cosa le scarpe,ma non le ho trovate.Tra migliaia di scarpe da trekking,da ginnastica e da outdoor non ce n´era nessuna che oltre ad essere decente fosse anche comoda a un prezzo abbordabile.Delusione.Ho virato quindi nel reparto profumeria, perdendomi tra le grandi marche. Il reparto profumeria di Karsadt e`come i buchi neri per me, mi fa lo stesso effetto di quando a 14 anni anni andavo a comprarmi i primi trucchi alla Standa su via Tiburtina, accanto al bar dei miei genitori.La Standa era il KaDeWe della mia infanzia, era li´che acquistavo i grembiuli nuovi, i diari, le cartelle, e piu´tardi i trucchi di
Deborah. Ora quella Standa non c´e`piu`,ne hanno fatto un brutto supermercato ma d´altra parte anche la mia eta`non si addice piu´ai prodotti della Deborah, bensi´richiede un intervento cosmetico piu´massiccio.
Optando per un buon prodotto mi sono avvicinata al settore
Dior, dove la gentilissima signorina mi ha invitato a sedermi per darmi alcuni consigli e provare i correttori sul mio viso.Ho ceduto alla mia temporanea vanita`, per scroccare una consulenza d´immagine a costo zero e lasciarmi truccare da mani esperte. Ho provato sia
Shiseido che
Dior ma nessuno dei due mi ha convinto,alla fine sono andata da
Lancome, dove ho felicemente dissipato la mia mattinata lavorativa. La Signorina di lancome mi ha venduto un fantastico 2 in 1,
crema contorno occhi piu`correttore camouflage.
Me ne sono tornata contenta sulla
Ku´damm piu´o meno senza uno scopo, lasciando vagabondare lo sguardo tra le vetrine e abbandonandomi a un pomeriggio libero e improduttivo come quelli che piaccino a me. Sono entrata e uscita dai negozi con il puro gusto di guardare tutto cio`che catturava la mia attenzione.
Stefanel che e`fallito in Italia, a Berlino stranamente va ancora, e`uno stile che ho sempre detestato e che mi sembra perfetto solo per le segretarie sessualmente frustrate di una qualsiasi amministrazione pubblica romana, o studio legale di Roma sito in P.zza Mazzini.Terrificante!
Benetton invece ha qualcosa di interessante, se non altro una vasta scelta di colori. "Forse mi compro un magliono giallo",ho pensato. Sono entrata e ho visto i maglioni carini da guardare, ma poi al tatto sono di pessima qualita`, di una lana ruvidissima che non ne giustifica minimamente il prezzo. Ricordo che negli anni ´90 spesso andavo a comprare i vestiti da Benetton, ma ora mi sembra che la qualita`sia nettamente peggiorata. Entrambi i posti hanno una cosa in comune, appena varchi la soglia senti la puzza inequivocabile di pessima manifattura cinese,l´ordore della basso manovalanza sottopagata, la stessa puzza presente nei bugigattoli di Piazza Vittorio a Roma che vendono pantaloni a 3 euro.Lo stesso odore nauseabondo ora lo senti anche nei negozi di "moda" italiana ovunque nel mondo.
Marc O´Polo (gia`il nome idiota...),
o
Massimo Dutti (spagnolo ma con etichetta made in Italy)
degli illustri sconosciuti in patria, che qui fanno un botto di soldi spacciando per stile robetta da quattro lire che neanche Tony Tammaro comprerebbe.Alcuni Manager di Azienda ai quali faccio lezione di italiano, che sono troppo tirchi per
Ermenegildo Zegna acquistano il loro vestiario fintamente elegante in questi posti, convinti di indossare capi d´alta moda.
Finito lo struscio della Ku´damm ho preso la U-Bahn e sono scesa a
Nollendorfplatz,dove sono entrata in un negozio di occhiali. Una boutique ottica, che ha delle montature con design originale berlinese.Siccome da tempo vorrei cambiare montatura, ho dato uno sguardo all´esposizione. E`ormai scientificamente provato che se ci sono 2000 occhiali di varie fogge e prezzi il mio sguardo cada sempre sui piu`costosi e i meno appariscenti. Ne ho visti un paio bellissimi, hanno un nome giapponese che non ricordo ma sono
made in berlin, semplici e ipertecnologici e sarebbero una valida alternativa al modello Palmiro Togliatti che da 4 anni a questa parte spopola tra l´umanita`di tutta Europa non si sa bene il perche´. 370 euro pero´, un po´tantini.
Alla fine stremata dalla camminata pomeridiana, sono ritornata a casa, non avendo colmato la lacuna delle scarpe da pioggia, e proprio mentre meditavo su dove cercarle e`cominciato il temporale. Da ieri e`ufficialmente entrato l´autunno a Berlino e si e`preso una rivincita sul caldo torrido degli ultimi giorni.
Sono tornata a casa ho posato lo zaino pieno di libri e sono riuscita per andare ad Hackescher Markt dove avevo una punta per una cena veloce e un cinema.Entrando negli Hachesche Höfe mi sono in battuta in
lui, quello della foto,il Sig.
Jan-Henrik M.Scheper Stuke, che ha da poco aperto la boutique Edsor Kronen, incentrata sul culto degli roaring twenties berlinesi e sulla sua evidente egomania.Non solo lo vedete in una gigantografia di fianco al suo negozio, ma vi accoglie lui in persona vestito da dandy presentandovi i suoi articoli, sui quali compaiono migliaia di etichette con la sua faccia stampata che ricorda vagamente un Göring adolescente.
Questo cravattaro ha osato affermare che le cravatte con le righine blu non sono piu´di moda...
Ma voi ce lo vedete Valentino che vi aspetta nel suo salottino kitsch da belle epoque tappezzato di sue foto con aria snobbettina parlandovi di vero stile?
Poi siamo andati a mangiare da
Yamyam, un posto nuovo frequentato per lo piu´da architetti e designer sulla Schönhauser str. che offre cucina coreana a buon prezzo.Abbiamo mangiato benissimo, cioe`cose dal sapore buonissimo, talmente ben presentate e ben condite la cui salubrita`e qualita`passavano nettamente in secondo piano.Insomma marketing puro, raramente riscontrabile nei locali etnici a Roma. Era pieno di Hipsters fighetti sotto i 40, con bellissimi cani al seguito.Ci sono posti a Berlino dove anche il cane e`un irrinunciabile complemento di design.