In quasi tutte le Volkshoschulen tedesche come programma dei corsi di Italiano viene adottato il testo Allegro edito da Klett Verlag. Tra i vari testi in circolazione risulta il piu´maneggevole e il meno peggio, cioe` quello con i temi piu´attuali, una grammatica essenziale presentata in maniera induttiva, e varie´attivita`linguistiche di tipo comunicativo. Il tutto supportato da un cd audio che contiene dialoghi semi-autentitici (cioe`non recitati da attori ma improvvisati da persone normali).
Il testo sembrerebbe soddisfare tutti i criteri voluti dalla glottodidattica moderna che richiede un approccio comunicativo", prediligendo l´elemento pragmaticoo e funzionale della lingua e non sbomballa i maroni con quintali di inutili esercizi strutturali.
Tuttavia ha un grosso problema.Non c´e`una pagina, dico una, che non sia intrisa dei peggiori stereotipi sugli italiani brava gente modello democristiano per intenderci. I testi presentati finiscono sempre per incontrare irrimediabilmente i pre-concetti piu´banali sedimentati nella testa dell´aspirante apprendente germanofono di italiano(che trattandosi di Volkshochschule e`quasi sempre adulto ).
Se si ha vagamente l´idea dell´uomo italiano come inguaribile macho o gigolo´(come dicono qui) ecco che la biografia di Casanova nel capitolo dedicato a Venezia rinforcola l´immagine ben nota ai piu´. Se si ha da qualche parte letto che gli uomini italiani sono mammoni in balia di madri autoritarie e di mogli bisbetiche, i l fatto trovera` certamente conferma nello stralcio di dialogo che segue :
Lui: Ma non devi lavorare il pomeriggio?
Lei: Ma no, la settimana prossima ho sempre il turno di mattina.
Lui: Anche domenica?(con tono perentorio)
Lei: No, domenica per fortuna sto a casa.
Lui: Ahh allora possiamo andare a trovare mia madre!
Lei: Ma come?( tono deluso e insofferente)
Lui: Dai, Cristina, non cominciamo di nuovo.....(voce incazzata)
Lei: E va bene.
L´Unita`11 di Allegro 3 si intitola subdolamente " Quale Italia"? Il tema e`la diversita`dialettale e geografica dell´Italia di ieri e di oggi. Lo scopo e`rendere lo studente consapevole della varieta`culturale politica e sociale delle regioni italiane. Notevole e`il come! Inizia con "La storia d´Italia a fumetti" con in calce frase di D´Azeglio "fatta l´italia bisogna fare gli italiani". Si evince da una serie didascalie che il Sud d´Italia puzza ed e`morto di fame, mentre la Lombardia e il Piemonte, semi-alfabetizzati se la passano meglio. Poi c´e`una sezione dedicata alle specialita`culinarie regionali nei vari dialetti, un inserto sulle minoranze linguistiche (una bella idea) e infine un dialogo esilarante sulla Monnezza.Si proprio lei.Decisamente O.T.visto che prima si era parlato di chiacchiere,frappole,crostoli e galani. Alla fine del capitolo, pare proprio che gli autori vogliano tirare le somme sulle differenze tra Nord e Sud tracciando una precisa soglia di demarcazione da vago sapore razzista.Ma veniamo al dialogo audio.
A: Mamma mia, questa pizza e`immangiabile.Fa schifo,io la butto.
B: Armando, aspetta, non gettare tutte le scovaze assieme.
A: Le scovaze?
B: Si, i rifiuti, la spazzatura.
A:Ahh da voi a Gorizia si dice scovaze?
C: A Genova noi diciamo rumenta.
A: Noi invece diciamo a´munnezza.Allora dimmi, dove la devo gettare ´sta munnezza?
B:Dammi qua ci penso io, guarda questo e`il secco e questo e`l´umido cioe`l´organico. Per la carta e il vertro ci sono fuori i raccoglitori, li avrai gia`visti.
A: Ok. Ho capito, qui mi tocca fare la raccolta differenziata.
C:Si la facciamo tutti, quindi sarebbe opportuno che la facessi anche tu.
A: E vabbe´, certo che se sapevo che eravate cosi´ecologisti....
[...]
Nei 3 volumi di Allegro i dialoghi sul cd sono sempre recitati da persone con la cadenza settentrionale, questo e`l´unico in cui compare un napoletano che parla un italiano colloquiale, ricorrendo all´imperfetto anziche´ al congiuntivo trapassato, mentre i suoi compagni settentrionali parlano forbiti (notare l´uso del futuro anteriore).Il genovese e il goriziano rendono edotto l´amico napoletano sulla raccolta differenziata, ma lui pigro e indolente (come del resto sono i napoletani no?) preferirebbe di no.
Come facciamo a stupirci della nostra immagine all´estero se addirittura nei libri di italiano vengono veicolati questi concetti stereotipati e ultra-conservatori, che ritraggono un bel paese di pizze chitarre e mandolini?
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